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La massiccia campagna della popolazione di Nour per salvare un ventiseienne dall’esecuzione e l’esultanza della gente per il suo salvataggio, dimostrano la ripugnanza generale del popolo iraniano per le leggi e le sentenze disumane del regime dei mullah

La massiccia campagna della popolazione della cittadina di Nour (nella provincia di Mazandaran) per impedire l’esecuzione di Balal, 26 anni, e la sua esultanza per il suo salvataggio in-extremis al  momento dell’esecuzione martedi 15 Aprile, dimostra la repulsione generale del popolo iraniano verso le leggi e le sentenze disumane del regime dei mullah.

 

Il 14 Aprile, mentre gli aguzzini stavano preparando la forca di fronte all’Uffico del Procuratore Pubblico della cittadina di Nour e le forze di sicurezza, insieme al procuratore, si stavano preparando ad eseguire la sentenza, Balal è sfuggito all’esecuzione all’ultimo momento quando i suoi accusatori (i genitori della vittima) lo hanno perdonato. Questo atto ha provocato un enorme tripudio tra gli spettatori e in tutta la popolazione della cittadina. Sfidando il regime dei mullah, la popolazione di Nour si era adoperata per mesi per salvare la vita di questo ragazzo e al momento dell’esecuzione aveva intonato slogans chiedendo che questa venisse interrotta.

Il disumano regime teocratico, rabbioso e furente per le continue condanne per la violazione dei diritti umani in Iran, sta cercando di dipingere queste criminali condanne a morte come un dettame della legge criminale della Qisas, un diritto personale ed una richiesta della famiglia della vittima. Mohammad-Javad Larijani, capo dell’organismo per i diritti umani (!) della magistratura dei mullah, recentemente ha detto: “L’Occidente non capisce che la Qisas è diversa dall’esecuzione. Infatti la Qisas appartiene al querelante il quale può ottenere che la sentenza venga eseguita oppure perdonare il colpevole”. (agenzia di stampa delle Guardie Rivoluzionarie Fars – 9 Aprile 2014)

E ciò nonostante secondo le stesse statistiche del regime affermino che solo una piccola percentuale delle sentenze (meno del 20%) vengano eseguite in base alla Qisas e che il resto delle esecuzioni non abbiano nulla a che fare con questa legge. Oltretutto, in molti casi il regime teocratico ha sfacciatemente negato il perdono all’imputato e si è opposto alle campagne che miravano ad ottenere il perdono per i prigionieri.

La Resistenza Iraniana saluta la popolazione amante della libertà della cittadina di Nour ed esorta il popolo iraniano ad opporsi e a sfidare le criminali sentenze di morte che mirano a fomentare l’ostilità e la vendetta tra la gente per rafforzare l’odioso giogo del regime teocratico e chiede ai governi occidentali di subordinare qualunque relazione politica o economica con questo regime medievale, alla cessazione delle esecuzioni e al miglioramento della situazione dei diritti umani, invece di chiudere gli occhi di fronte al trend crescente delle esecuzioni e alla vergognosa condizione dei diritti umani in Iran.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

18 Aprile 2014

 

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