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La farsa del regime iraniano al parlamento iracheno contro i residenti di Camp Liberty

Mercenari che si spacciano per i familiari dei residenti di Camp Liberty sono stati portati al parlamento iracheno per una messinscena ridicola organizzata dall’ambasciata del regime iraniano e dal Comitato Governativo incaricato della repressione dei residenti di Camp Liberty 

Una delegazione di avvocati e parlamentari europei, statunitensi ed arabi dovrebbe visitare Camp Liberty

CNRI – In combutta con un famigerato agente della forza Qods, Abbas Albayati, legato a Nouri al-Maliki, l’ambasciata del regime iraniano a Baghdad e il Comitato Governativo incaricato della repressione dei residenti di Camp Liberty, guidato dal consigliere del governo per la sicurezza, ha organizzato per un gruppo di mercenari del Ministero dell’Intelligence del regime (MOIS) e della forza Qods, che si spacciano per familiari dei residenti, una visita al parlamento iracheno martedì 24 Novembre 2015, nel palese tentativo di approfittare dell’incontro con molti parlamentari come Hamam Hamoudi e Arshad Salehi. Questa misura ha lo scopo di ripetere le falsità del regime contro i residenti di Liberty, aprendo la via a futuri massacri.

Il passo successivo di questa farsa è stata l’organizzazione di un incontro, il 25 Novembre, alla Commissione Diritti Umani del parlamento, con il comitato repressivo ribattezzato “Comitato Supremo di Camp Hurriya (Liberty) nell’Ufficio del Primo Ministro”. Durante questo incontro, secondo il sito web del Parlamento dell’Iraq, “sono state presentate le richieste dei parenti dei residenti e il loro desiderio di rivedere i loro figli” a Camp Liberty “per l’adozione di misure necessarie al governo per l’organizzazione di questa visita” e inoltre è stato concordato che il caso di Camp Hurriya venga presentato alla prossima sessione del parlamento.

L’ammissione di elementi dell’intelligence del regime al parlamento iracheno e la formazione di un comitato che emetta direttive in loro favore in sole 24 ore, sta avvenendo in un momento in cui dopo quasi un mese dal massiccio attacco missilistico contro Camp Liberty, il governo iracheno impedisce persino ai macchinari da costruzione di entrare al campo per rimuovere i containers distrutti, le macerie e per ripulire il campo, ostacolando l’applicazione delle misure minime di sicurezza, nonché l’arrivo degli strumenti fondamentali alla riparazione delle attrezzature e delle strutture danneggiate.

Il Comitato Governativo incaricato della repressione dei residenti di Camp Liberty che gestisce le questioni riguardanti Camp Liberty con il parlamento iracheno, riceve ordini direttamente dall’ambasciata del regime iraniano a Baghdad e dalla forza terroristica Qods. I sette massacri compiuti ad Ashraf e a Liberty, che hanno portato al martirio di 141 residenti e a 7 anni di crudele assedio, che hanno provocato la morte di altri 27 residenti, sono stati tutti commessi con la supervisione di questo comitato e del suo capo Faleh Fayyaz. Ufficiali criminali come Sadeq Mohammed Kadhim, Ahmed Khozair ed Haidar Azab Mashi, tutti coinvolti direttamente in questi massacri, sono al comando di questo comitato.

Questa messinscena sospetta si sta svolgendo nonostante il 23 Novembre, sia stata pubblicata una lettera di oltre 400 familiari dei residenti di Camp Liberty, che si trovano negli Stati Uniti e nei paesi europei, nella quale hanno scritto: “Nonostante le nostre ripetute richieste del visto d’ingresso in Iraq, presentate attraverso varie ambasciate nei paesi di nostra residenza, l’Iraq ha rifiutato di concedere il permesso d’ingresso nel paese…”.

“In tali circostanze, squadre del Ministero dell’Intelligence dei mullah inviate in Iraq e a Camp Liberty spacciandosi per cosiddetti ‘familiari dei residenti’, non hanno nessun problema ad entrare in Iraq e ad arrivare al campo. La missione di queste squadre è quella di torturare psicologicamente i nostri figli e i nostri parenti e sono finanziati totalmente dal regime iraniano. Le esperienze passate, e soprattutto l’attacco del 29 Ottobre, dimostrano che queste attività fanno da preludio ad un altro bagno di sangue, questa volta a Liberty”.

E la lettera aggiunge: “Voi esortiamo fermamente a chiedere al governo iracheno, in ogni modo possibile, di concederci il visto d’ingresso per andare a Camp Liberty a visitare i nostri amati figli e parenti dopo tanti anni.

“Il Governo dell’Iraq, il Primo Ministro al-Ebadi, il Governo degli Stati Uniti e le Nazioni Unite devono riconoscere e salvaguardare i diritti dei residenti di Camp Liberty, garantire la loro sicurezza ed impedire che gli agenti del regime iraniano si avvicinino al campo”.

Molte volte i residenti hanno dichiarato ai funzionari delle Nazioni Unite e degli Stati Uniti di non riconoscere come loro familiari i mercenari mandati a Camp Liberty per torturarli psicologicamente e che considerare questi prezzolati loro parenti è un insulto inaccettabile. Soprattutto dato che molti familiari dei residenti in Iran vengono arrestati, torturati e persino giustiziati solo per essersi messi in contatto con i loro figli. Questi mercenari sono gli stessi che hanno torturato psicologicamente i residenti con 320 megafoni per 23 mesi, nel 2010 e nel 2011, gridando “Ridurremo Ashraf in macerie, verseremo qui il vostro sangue e vi impiccheremo…”.

La Resistenza Iraniana chiede alla presidenza del Parlamento dell’Iraq e ai legislatori che vogliono un Iraq indipendente, non dominato dal regime iraniano, di condannare la presenza di questi mercenari nel loro parlamento e di non consentire al regime iraniano e ai suoi complici iracheni di trasformare il Parlamento dell’Iraq in uno strumento per giustificare altri massacri dei rifugiati iraniani che si trovano sotto la protezione internazionale.

Se la questione di Camp Liberty dove essere discussa in parlamento, allora l’organo competente non è sicuramente il comitato repressivo, i cui componenti devono essere processati per crimini contro l’umanità. In una eventuale sessione, i legali e i rappresentati dei residenti, i rappresentanti di 4000 legislatori di Europa e Stati Uniti e i rappresentanti dei parlamenti arabi, dovranno presentare al parlamento il dossier dei crimini contro l’umanità commessi contro i residenti dal regime iraniano e dai suoi complici in Iraq (individui come Maliki e Faleh Fayyad).

Inoltre la Resistenza Iraniana chiede al governo iracheno di acconsentire ad una visita a Camp Liberty dei rappresentanti e dei legali dei residenti dentro e fuori dall’Iraq, dei rappresentanti dei 4000 parlamentari del Comitato Internazionale “In Search of Justice (ISJ)”, dei rappresentanti del Comitato Internazionale dei Giuristi in Difesa di Ashraf (composto da 8500 giuristi), della Delegazione Araba in Difesa di Ashraf, del Comitato Arabo-Islamico in Difesa di Ashraf, guidato da Sid Ahmed Ghozali, ex-Primo Ministro di Algeria, dei gruppi parlamentari in difesa di Ashraf al Parlamento Europeo, al Parlamento Britannico, al Congresso degli Stati Uniti e nei parlamenti di Canada, paesi europei e arabi, insieme ai rappresentanti del Parlamento dell’Iraq, in modo che possano valutare la situazione con i tempi necessari, parlare in privato con i residenti e presentare i loro resoconti alle competenti agenzie internazionali e al pubblico. Chiunque non voglia esaudire i desideri del regime iraniano, far sì che Liberty resti una prigione e che i suoi residenti vengano massacrati, accoglierà certamente con favore questa proposta che garantisce il rispetto dei principi dei diritti umani, dei diritti dei rifugiati e delle convenzioni internazionali.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

26 Novembre 2015

 

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