
Non vogliamo né la politica d’accondiscendenza (tra il regime e la Comunità internazionale, nota) né la guerra, vogliamo cambiare governo ".”. Nella folla, riunita in occasione dell’arrivo d’Ahmadinejad al vertice dell’ONU aperto mercoledì, una maggioranza schiacciante di simpatizzanti del Consiglio nazionale della resistenza iraniana (CNRI, ala politica del Mojahedin del popolo), il principale gruppo d’opposizione iraniano, il cui presidente Maryam Rajavi si trova in esilio in Francia. Gli slogan erano:
"terrorista Ahmadinejad – fuori dall’ONU", "non al terrorista Ahmadinejad" mentre i dimostranti d’ogni età e ceto sociale nell’insegna dell’unità nazionale e arrivati da tutti gli Stati Uniti, ascoltano un messaggio di Maryam Rajavi trasmesso via gli altoparlanti. I dimostranti hanno anche ricevuto visite di sostegno d’americani come l’ex capo dei vigili del fuoco di New York, Thomas Von Essen, partecipato per evocare "l’unità contro il terrorismo". "Ahmadinejad non rappresenta soltanto un regime terroristico, è lui stesso un terrorista, che ha ordinato esecuzioni, è un vecchio comandante delle Guardie della rivoluzione", ripete Hamid Dara, del "Comitato new-yorkese contro Ahmadinejad". Per i simpatizzanti del CNRI, poco importa che questo movimento sia stato classificato da Washington sull’elenco delle organizzazioni terroristiche. "era nel 1997, sotto Clinton, era un accordo con il presidente iraniano allora di Mohamed Khatami", dice Bahman Badiee. Questa manifestazione, una delle più importanti organizzate a New York dall’opposizione iraniana, avviene mentre Teheran è nell’occhio del ciclone internazionale dopo la ripresa in agosto delle sue attività di conversione dell’uranio, e che la personalità ed il passato anche del nuovo capo dello Stato suscitano le riserve americane.