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Iran: studenti fanno il terzo grado a Moussavi sul massacro di prigiornieri politici del 1988

ImageCNRI, 7 maggio – Gli studenti dell'Università di Babolsar (nel nord dell'Iran) hanno fatto numerose domande sul ruolo svolto dall'ex primo ministro del regime iraniano, Mirhossein Moussavi, nel massacro di prigionieri politici del 1988 , in occasione della sua visita all'università Lunedى 4 Maggio 2009.
Quando Moussavi ha evitato le loro domande, gli studenti hanno velocemente ribattuto urlando " Mirhossein, dacci una risposta sui fatti del 1988".
Moussavi, che era primo ministro quando Ruhollah Khomenei regnava come Capo Supremo del regime dei mullah, ha annunciato la sua candidatura per le imminenti elezioni presidenziali.

 Lunedi, uno degli studenti dell'università ha chiesto a Moussavi delle spiegazioni sulle decisioni che hanno portato al massacro di migliaia di prigionieri politici nel 1988.
Lo studente ha aggiunto: "Al tempo, lei era primo ministro. Era la terza persona più potente nel paese.
Che cosa ha da dirci in merito al suo silenzio su tutto quello che è avvenuto? Questo suo silenzio è forse un segno di approvazione? Vogliamo sottolineare nuovamente che lei dovrebbe darci delle risposte esplicite alle nostre domande.
"Tuttavia, Moussavi ha rifiutato di rispondere direttamente e ha lasciato l'università tra le grida degli studenti: "Mirhossein, dacci delle risposte sui fatti del 1988".Gli studenti hanno anche gridato slogans contro altri ufficiali del regime,oltre a Moussavi. Alcuni dei cori dicevano" Gli studenti muoiono, ma non si arrenderanno mai".

"Mahmoud Ahmadinejad : fonte di discriminazione e corruzione"."Gli studenti detenutio devono essere liberati". Gli studenti dell'Università di Babolsar hanno anche esposto dei cartelloni con scritto: " Gli studenti arrestati devono essere liberati" e " La libertà di stampa è un nostro diritto inalienabile".
Nel corso del massacro del 1988, che è un chiaro esempio di crimine commesso contro l'umanità, più di 30 mila prigionieri politici , molti dei quali avevano appena finito di scontare la loro condanna, sono stati mandati al patibolo per aver semplicemente sostenuto, simpatizzato o aver fatto parte dell'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo iraniano (PMOI/MEK).
Sono stati uccisi gruppo dopo gruppo per ordine di un decreto religioso (fatwa) emanato da Ruhollah Khomenei, il fondatore del regime dei mullah.

 

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