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Iran: Massoud Rajavi accoglie con favore la designazione terroristica dei Guardiani Rivoluzionarie

ImageCNRI, 08 novembre – L’agenzia di stampa irachena INA ha pubblicato il 3 novembre 2007, una relazione sul messaggio di Massoud Rajavi, il leader della resistenza iraniana, circa la designazione terroristica del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie (IRGC) del regime iraniano da parte degli Stati Uniti. Ecco la traduzione della relazione dell’INA:

Iraqi News Agency, 3-11-2007, 14: 59 – Massoud Rajavi accoglie con favore la designazione dell’ IRGC come il preludio necessario alla politica di cambiamento del fascismo religioso al governo in Iran

In un messaggio al popolo iraniano, in onda sul canale satellitare dell’opposizione, l’Iran National Television (INTV), e intitolato "La guerra o la pace con il fascismo religioso al governo in Iran? ", Il leader della resistenza iraniana Massoud Rajavi ha accolto con grande favore l’inclusione della Ministero della Difesa, il Corpo Guardie Rivoluzionarie (IRGC), la forza Qods (Gerusalemme), così come i funzionari e le banche che li sostegno e li finanziano, sulla lista di "coloro che portano avanti la proliferazione delle armi nucleari di distruzione di massa (NPWMD)" e su quella terroristica. Constatando che questa denominazione ha implicazioni molto più ampie rispetto alle risoluzioni del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il Signor Rajavi ha affermato che la decisione è stata un importante punto di svolta per gli Stati Uniti, perchè segna il suo allontanamento dal fascismo religioso al potere in Iran e si mette dalla parte del popolo iraniano.
 
Rajavi ha aggiunto, il riconoscimento del ruolo e della condotta dell’ IRGC – pilastro fondamentale e  salvaguardia del regime del velayat -e faqih –  da parte degli Stati Uniti è segno della fine di un’era di accondiscendenza e di tolleranza della teocrazia al potere e un necessario preludio per una politica di cambiamento di regime in Iran. Il leader della resistenza iraniana ha affermato che questa mossa blocca il percorso di aggressione dei mullah e il loro espansionismo nella regione Mediorientale e rimuove gli ostacoli per il cambiamento democratico in Iran, 
Sottolineando la necessità di un cambiamento di regime in Iran, il sig Rajavi ha aggiunto: come da esperienza, negli ultimi tre decenni, la comunità internazionale ha corso il rischio di adottare la politica di accondiscendenza, di conciliazione e del "no alla guerra" nei confronti del regime dei mullah, che in ultima analisi, e inevitabilmente trascinerà il mondo in una guerra. Come Hitler, il regime dei belligeranti sta preparandosi per la guerra senza risparmiare le risorse, perché può sopravvivere solo attraverso l’espansione, la guerra, la crisi e l’acquisizione di armi nucleari. Prepararsi alla pace e al compromesso con Hitler, ha portato alla seconda guerra mondiale. Il riconoscimento dei diritti del popolo iraniano per la sovranità e la resistenza contro la dittatura religiosa possono evitare ciò che è stato descritto come "Terza guerra mondiale" dal Presidente Bush.
 
Il leader della resistenza iraniana ha sottolineato: Il popolo iraniano e la sua resistenza hanno la capacità, le qualifiche e la capacità di cambiare il regime in Iran. Neanche la guerra e gli attacchi aerei sui centri dell’ IRGC e sui siti nucleari non può cambiare questa equazione.
 
Il Signor Rajavi ha affermato: La teocrazia al potere in Iran, come precisato nella sua Costituzione, si fonda sulla dottrina del velayat -e faqih (assoluta supremazia del potere del clero). Ma il popolo iraniano e la Resistenza chiedono libertà, sovranità popolare e libera scelta. Chi sostiene la libertà e la democrazia in Iran dovrebbe sostenere il rovesciamento del regime del velayat -e faqih e difendere il diritto di sovranità del popolo iraniano.
 
Per questo motivo, il sig Rajavi ha affermato che, da un lato, ci sono coloro che sostengono la sovranità popolare e la fine della dittatura religiosa. D’altro lato, vi sono coloro che cercano di preservare, ottenere la pace e placare la teocrazia iraniana. Essi non perdono occasione per mettere in guardia contro i pericoli e le conseguenze di una guerra con il regime dei mullah. Ma non hanno mai menzionao i pericoli e le implicazioni del "no alla guerra" e la permanenza di questo regime al potere che porterà inevitabilmente a orribili guerre. I loro interessi sono intrecciati con la sopravvivenza di questo regime. Essi temono il suo rovesciamento, perché hanno molto da perdere. Per loro, il rovesciamento del fascismo religioso al potere in Iran è una linea rossa.
 
Il leader della resistenza iraniana ha fatto riferimento all ‘ "appropriazione indebita" del movimento globale per la pace da parte dei mullah, aggiungendo che essi cercano di trasformarlo in un movimento per la pace e l’accondiscendenza nei confronti della dittatura religiosa al potere in Iran. Egli ha sottolineato: I mullah devono la loro esistenza alla guerra durata otto anni con l’Iraq, e si vantano apertamente di essere i "primi vincitori" delle guerre in Afghanistan e in Iraq. Mentre il mantra ufficiale è "guerra, guerra fino alla vittoria" e "guerra fino a quando il mondo non sarà liberato dal male", e mentre alimentano una grande  disinformazione per incitare la recente guerra in Iraq, per ironia della sorte ora sono desiderosi di trarre vantaggio dal Movimento pacifista, al quale l’umanità anela legittimamente e con urgenza, in modo da avere la possibilità di proseguire ulteriormente la repressione e le impiccagioni pubbliche all’interno e l’esportazione del terrorismo e del fascismo religioso all’estero.
 
Il signor Rajavi ha aggiunto: è noto a tutti che è il regime iraniano che pianta i proiettili(EFPs),  Explosively – Formed Projectiles gestisce prigioni segrete in cui si verificano continue torture e incita la guerra settaria in Iraq. La divisione della Palestina è il modello dei mullah per il sud dell’Iraq. Il regime iraniano ha versato circa 14 miliardi di dollari in Libano durante i 33 giorni di guerra dell’estate del 2006. Il 4 novembre 1986, il futuro Presidente, Akbar Hashemi Rafsanjani ha detto che il colpo gli Stati Uniti ha ricevuto in Libano "viene attribuito a noi, e che così dev’essere." Cinque anni più tardi, il 20 luglio 1991, l’ex ministro del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Mohsen Rafiqdoust ha ammesso, "il TNT e l’ideologia (il bombardamento della caserma della marina a Beirut) sono arrivati lì dall’ Iran." E oggi, dalla Somalia all’Afghanistan, dove c’è la guerra, i mullah e il loro regime di Guardie Rivoluzionarie sono sempre presenti e battono i tamburi di guerra.
 
Il signor Rajavi ha sottolineato: Il rovesciamento del regime dei mullah è indispensabile per portare la pace  alla regione del Medio Oriente. Oggi, questo regime mantiene la sua presa sul potere mediante la repressione quotidiana e le esecuzioni. Il 28 agosto 2007, il suo presidente, Mahmoud Ahmadinejad, ha dichiarato una "disponibilità a colmare il grande vuoto di potere" nella regione. E, poche settimane più tardi, ha detto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, “Dichiaro ufficialmente che l’era dei rapporti post Seconda Guerra Mondiale è terminata. La  Palestina e l’ Iraq verranno liberati degli occupanti e dei popoli d’Europa e in America sarà liberata dalle pressioni dei sionisti. "
 
Il leader della resistenza iraniana ha concluso: Il regime decadente dei mullah ha raggiunto un vicolo cieco e non c’è alcuna via di scampo nè avanti nè indietro. Potrebbe ritirarsi successivamente, cosa che alla fine porterà a perdere la sua presa sul potere dentro l’Iran, aprendo la strada a una sollevazione popolare; O possiamo sperare che un guerra di terra sia impossibile, cosi chè il regime ricorrerebbe a un maggiore  militarismo, nonché  a una maggiore repressione interna e alle purghe. In tal caso, dovremmo essere preparati ad affrontare le conseguenze di una tale politica. Per quanto sia remota questa possibilità, però, noi speriamo  che il regime si ritiri nel più breve tempo possibile, in tal caso ci troveremmo a pagare un prezzo inferiore. Il popolo iraniano, tuttavia, conquisterà comunque la sua libertà costi quel che costi.
 
Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano – Ashraf
3 novembre 2007

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