Cnri: soddisfazione per la resistenza iraniana in esilio
di Nella Condorelli
Articolo 21, 15 giugno – Soddisfazione, per latto di giustizia. Consolazione, per il riconoscimento di una battaglia che dura da anni. Impegno, a conferma che solo una pluralita di voci legittime e legittimate e in grado di garantire una transizione democratica per lIran.
Sono queste, le emozioni che si respirano oggi, tra gli iraniani e le iraniane dellOMPI, lOrganizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano, il maggiore partito del CNRI, il Consiglio nazionale della Resistenza in esilio, dopo la Risoluzione approvata ieri dalla Commissione Esteri del Parlamento che impegna il Governo Prodi a sostenere (in sede di Consiglio europeo) il rispetto della sentenza con la quale lAlta Corte europea ha annullato linserimento dei mojaheddin nella lista dei terroristi internazionali.
La notizia e giunta in tempo reale nella sede del CNRI, una palazzina di quartiere, limitata da un giardinetto punteggiato da rampicanti profumati, dove molti e molte esuli attendevano da ore, con i responsabili dellUfficio italiano, gli esiti della votazione del testo presentato dal deputato della Rosa nel Pugno Sergio dElia, e votato poi allunanimita da tutti i componenti la Commissione.
La posta in gioco non era infatti di poco conto. Oltre alle immediate ricadute sui diretti interessati, la risoluzione approvata ieri ha vincolato il Governo a partecipare alla prossima riunione semestrale per la revisione della lista nera, prevista per lunedi 18 giugno, e a accertarsi che linserimento degli iraniani come di altre formazioni e gruppi considerati terroristi internazionali, sia frutto di diritto e non di valutazioni e pressioni politiche o diplomatiche.
La vicenda che ha condotto allinserimento nella lista nera dellOMPI, il partito dellopposizione in esilio al regime degli ayatollah di Teheran, cui fa riferimento anche la Presidente eletta, Marjam Rajavi, parte da lontano. Praticamente, dalla prima meta degli anni Ottanta, nellIran appena trasformato in Repubblica Teocratica, dopo la cancellazione delle elezioni e la messa fuori legge tutti i partiti, tranne quello di Komeini, il Partito di Dio. Inizia in questi anni, la partita a morte tra ayatollah e dissidenza interna, i partiti e i movimenti che, con diversa sfumatura ideologica, avevano promosso e appoggiato la rivoluzione contro lassolutismo dello Shah e lo stesso ritorno in patria dellaytollah, quale simbolo di unita nazionale. Sfocera in una selvaggia repressione governativa che obbliga migliaia e migliaia di iraniani, giovani, per la stragrande maggioranza, a scappare allestero, per salvarsi la vita.
Tra loro ci sono gli esponenti di punta e i dirigenti politici dei 13 partiti che oggi compongono il CNRI, dai liberali alle sinistre. Molti, presieduti e governati da donne, come peraltro donna e la presidente eletta in carica, Marjam Rajavi, super-amata da tutta la comunita iraniana esule in Occidente.
Mentre dunque, siamo nella prima meta degli anni ottanta, un abbozzo di resistenza armata contro leretico (come viene definito dagli esuli il velajat-al figh di Komeini, pensiero-base della sua invenzione di repubblica religiosa), viene spento nel sangue dai pasdaran, sono centinaia di migliaia gli uomini e le donne costretti a guadagnare lesilio. Altri raggiungono Ashraf, – la citta-repubblica su territorio iracheno, fondata da Massud Rajavi e dedicata alla prima moglie Ahsraf, combattente della resistenza trucidata dai pasdaran -, che Saddam ha concesso ai perseguitati del suo grande (allora) nemico, Komeini. Sono giovani, per la stragrande maggioranza, studenti universitari, che le stesse famiglie angosciate spediscono allestero, privandosi per anni della possibilita stessa di vederli o anche solo di parlargli al telefono. Le carceri di Tehran, di Mashad, di Isphahan, delle altre grandi e piccole cittadel Paese, si sono infatti riempite di detenuti, arrestati senza motivazioni e senza processo, torturati e fucilati. Una pratica che dura nel tampo.
Alla fine degli anni Ottanta, 150mila saranno le vittime accertate, numeri della Storia dietro ognuno dei quali ce un volto e una vicenda umana: tantissime donne incinte, feti strappati dai ventri materni, ragazze tirate fuori di casa a bastonate, madri torturate a morte per ritorsione contro i figli dissidenti. Con una fatwa ad hoc, emanata da Komeini, e messa in patica anche dai suoi successori, la caccia al dissidente oltrepassa gli stessi confini nazionali,e si sposta sui territori degli stati dove gli esuli politici hanno trovato rifugio.
350 dirigenti del CNRI, dallOMPI al Partito Kurdo, ai comunisti, vengono assassinati da mandanti spediti da Teheran; nel 93 a cadere a Roma e Mohamed Naqdi, il responabile dellufficio di rappresentanza CNRI in Italia. Il suo processo, conclusosi solo qualche mese fa, ha indicato quali mandanti ed esecutori membri dei servizi sgreti iraniani ed esponenti del governo in persona. In Germania, un processo analogo per lassassinio del responsabile locale CNRI si e concluso nel 2005 con la condanna degli esecutori, tutti identificati e appartenenti allestablishement iraniano.
Intanto, a Teheran, prima la guerra Iran-Iraq, poi i contraccolpi del crollo del blocco sovietico sugli equilibri internazionali, linfiammarsi della guerra israelo-palestinese e della questione mediorientale, lemersione dei locali partiti di dio votati al martirio degli shahid, cambiano via via il tavolo della partita. Muta in Occidente anche il vento del favore e della simpatia verso gli esuli, la loro storia forse non piu di moda, o forse lo e troppo, e diventa imbarazzante.
Nel 1997, gli USA inseriscono lOMPI nella lista dei terroristi internazionali; nel maggio 2002, poco prima dellinvasione americana dellIraq,anche lUE si adegua. Invano il CNRI sostiene che il vero motivo di tanto accanimento va ricercato nelle pressioni del regime iraniano su suoi interlocutori occidentali, tutte su base economica e affaristica.
In prima fila ci sono Gran Bretagna e Francia, due degli Stati piu beneficati dalle ricche commesse iraniane, per esempio nel settore automobilistico e energetico.
Due anni dopo,nel 2003, il quartier generale CNRI ad Auvers sur Oise, periferia di Parigi, sede del governo provvisorio in esilio, viene assaltato dalle forze di sicurezza francesi, e tutti i dirigenti arrestati.
Sara solo la mobilitazione degli abitanti di Auvers e dei comuni limitrofi, a determinare il rilascio per mancanza totale di prove di tutti gli arrestati, Marjam Rajavi compresa.
IL CNRI continua a proclamare la sua difesa, supportata da chilometri di pareri giuridici e legali, controfirmati da eminenti personalita della giurisprudenza, della politica e della cultura internazionali. Nessun attentato in Europa o in Occidente puo esserci attribuito, dicono i majaheddin, siamo vittime piuttosto che carnefici, il motivo del nostro inserimento nella lista nera e politico, il regime di Teheran colpisce la Resistenza organizzata per continuare la repressione, la violazione dei diritti dei cittadini, e colpire laspirazione alla democrazia che e fortissima nella gente.
La protesta degli esuli iraniani si fa sentire in tutti i luoghi istituzionali che sono loro permessi; raggiunge il Parlamento europeo dove Marjam Rajavi, piu volte ricevuta, denuncia la compiacenza dei governi occidentali nei confronti di un regime sanguinario e violento, ripete che lOMPI non e un movimento terrorista ma un movimento di Resistenza in esilio sostenuto e radicato in Iran, e che lunica soluzione alla question iraniana e il sostegno ad un referendum popolare per lautodeterminazione della forma dello stato. Repubblica democratica e laica contro regime teocratico.
Arriviamo cosi, alla fine del 2006. Con una sentenza non proprio a sorpresa, lAlta Corte di Giustizia europea ordina agli stati di rimuovere lOMPI dalla lista dei terroristi internazionali, e di risarcirli congruamente per il danno subito negli anni. Inizia, per gli esuli, un nuovo pellegrinaggio: da Parlamento a Parlamento, in piedi per ore davanti alle sedi istituzionali, gli iraniani e le iraniane in esilio chiedono ai governi europei lapplicazione della sentenza.
E cosi, che si arriva allultimo atto ( per ora) di questa vicenda, e cioe alla Risoluzione approvata dalla Commssione Esteri del nostro Parlamento, Una Risoluzione, dice il deputato Sergio DElia, primo firmatario, che mette in discussione per la prima volta una pratica diffusa nellUnione europea, quella di inserire nella lista nera delle organizzazioni terroristiche nominativi in base a valutazioni politiche e diplomatiche e non di diritto”.
Lunedi prossimo, dunque, il nostro governo, vincolato dalla Risoluzione firmata oltreche da DElia, da Robetto Villetti (RnD), Tana De Zulueta (Verdi), Ramon Mantovani ( PRC-Sinistra europea), Alessanro Forlani (UDC), Luciano Pettinari ( Sinistra Democratica), Dario Rivolta (Forza Italia), Patrizia Tangheroni Paoletti (Forza Italia), Marco Zaccherra (Alleanza Nazionale) -, dovra partecipare attivamente al tavolo della riunione semestrale di revisione della lista, vincolato ad un doppio impegno, sostenere lapplicazione della sentenza dellAlta Corte europea del Lussemburgo in merito alla cancellazione dellOMPI dalla lista nera, e accertare che il suo inserimento, come quello di altri movimenti nell’elenco delle organizzazioni terroristiche, sia realmente giustificato, tenendo conto dei rilievi mossi dalla sentenza stessa..
Per noi, mi dice Sharzad Sholeh, presidente dellassociazione Donne Iraniane Democratiche, ieri e stata una grande giornata, una gornata storica. Finalmente, potremo dire ai nostri figli e alle nostre figlie che a questo mondo non ce solo violenza e sopruso, ce anche giustizia. Adesso ci auguriamo veramnte che esse sia fatta.
Il testo integrale della Risoluzione approvata dalla Commissione Esteri
Risoluzione in Commissione
La III Commissione,
premesso che:
– con risoluzione del 2 maggio 2002, il Consiglio dellUnione Europea ha aggiornato la lista delle persone e delle entità i cui fondi devono essere congelati nellambito della lotta al terrorismo, includendo in tale lista lOrganizzazione dei Mujahidin del Popolo Iraniano (OMPI);
– nei successivi aggiornamenti, lOMPI è stata sempre mantenuta in tale lista, fino alla Decisione del Consiglio del 21 dicembre 2005 relativa a misure restrittive specifiche, contro determinate persone ed entità, destinate a combattere il terrorismo (2005/930/CE);
– il procedimento che puٍ condurre ad una misura di congelamento dei fondi ai sensi della normativa pertinente si svolge su due livelli, uno nazionale e laltro comunitario; in un primo momento, unautorità nazionale competente, in linea di principio unautorità giudiziaria, deve adottare nei confronti dellinteressato sospettato o imputato di attività terroristiche una decisione che deve essere basata su «prove o indizi seri e credibili»; in un secondo momento, il Consiglio, allunanimità, deve decidere di includere linteressato nellelenco delle organizzazioni terroristiche sulla base di informazioni precise che mostrano ladozione di una decisione nazionale; in seguito, il Consiglio deve «accertarsi», a intervalli regolari, almeno una volta ogni sei mesi, che la presenza dellinteressato sullelenco controverso «resti giustificata»;
– il 29 maggio 2006, in sede di riesame semestrale, è intervenuta unulteriore decisione del Consiglio dellUnione Europea che ha mantenuto lOMPI nella lista delle organizzazioni terroristiche i cui fondi devono essere congelati;
Considerato che:
– la sentenza del 12 dicembre 2006 del Tribunale di Prima Istanza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee (causa T-228/02) ha annullato la Decisione del Consiglio del 21 dicembre 2005 poichè ha constatato che «la decisione impugnata non è motivata e che è stata adottata nellambito di un procedimento durante il quale non sono stati rispettati i diritti della difesa della ricorrente [lOMPI]»;
– inoltre, il Tribunale ha stabilito di «non essere in grado di effettuare il controllo giurisdizionale della legittimità di tale decisione», in quanto «il Consiglio e il Regno Unito [ammesso ad intervenire a sostegno del Consiglio] non sono stati neanche in grado di dare una risposta coerente al problema di sapere quale fosse la decisione nazionale [condizione preliminare ai sensi dellart. 1, n. 4, della posizione comune n. 2001/931] sulla base della quale è stata adottata la decisione [del Consiglio] impugnata»;
– nel suo ricorso, lOMPI ha sostenuto di essere stata inclusa nellelenco controverso «sulla sola base, apparentemente, di documenti prodotti dal regime di Teheran» e che «i motivi delliscrizione [erano] del tutto verosimilmente diplomatici»;
Considerato inoltre che:
– il Tribunale di Prima Istanza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee non ha messo in discussione lultima Decisione del Consiglio in data 29 maggio 2006, attualmente in vigore, non perchè essa sia stata adottata a differenza delle precedenti nel rispetto o meno delle dovute garanzie (comunicazione dei nuovi elementi a carico, motivazione del mantenimento e unaudizione dellinteressato), ma sol perchè tale decisione non era oggetto del ricorso in esame;
– Daltra parte, lo stesso Tribunale di Prima Istanza ha stabilito, in linea generale, che la motivazione di una decisione successiva di congelamento dei fondi deve indicare le ragioni specifiche e concrete per cui il Consiglio considera, in seguito al riesame, che il congelamento dei fondi dellinteressato resta giustificato e che non puٍ ammettere che la motivazione possa consistere soltanto in una formulazione generica e stereotipata.
– il 30 gennaio 2007, il Consiglio dei ministri europei dellEconomia e delle Finanze ha comunicato, con una lettera ai legali dellOMPI, di non avere intenzione di procedere alla cancellazione di tale organizzazione dalla lista, ma solo di concedere ad essa la possibilità di presentare le proprie osservazioni sul caso.
Considerato infine che:
– sin dai primi anni 80, lItalia ha riconosciuto lo status di rifugiati politici a non pochi membri dellOMPI e della resistenza iraniana;
– in favore della cancellazione dellOMPI dalla lista europea delle organizzazioni terroristiche si sono recentemente espressi numerosi deputati e senatori della maggioranza e dellopposizione, e che oltre la metà dei deputati ha firmato un documento rivolto allUnione Europea perché rispetti la sentenza della Corte di Giustizia di Lussemburgo.
Impegna il Governo:
1) a sostenere in sede di Consiglio dellUnione Europea il pieno rispetto della sentenza del 12 dicembre 2006 del Tribunale di Prima Istanza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee (causa T-228/02).
2) a partecipare attivamente alla revisione semestrale di tale lista da parte del Consiglio al fine di accertare che la presenza dellOMPI come di altre organizzazioni e individui nellelenco delle organizzazioni terroristiche sia realmente giustificata, tenendo conto dei rilievi mossi dalla summenzionata sentenza alle precedenti decisioni del Consiglio, in particolare, per quanto riguarda la condizione preliminare di una decisione della autorità nazionale competente, lobbligo di comunicazione e motivazione, il diritto di difesa.
14 giugno 2007
DElia Sergio – La Rosa Nel Pugno
Villetti Roberto – La Rosa Nel Pugno
Mantovani Ramon – Rifondazione Comunista – Sinistra europea ( capogruppo )
Forlani Alessandro – UDC ( Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro, capogruppo)
Pettinari Luciano – Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo
Zulueta Tana – Verdi ( capogruppo )
Rivolta Dario – Forza Italia
Paoletti Tangheroni Patrizia – Forza Italia ( capogruppo )
Zaccherra Marco – Alleanza Nazionale