giovedì, Marzo 28, 2024
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Iran: Il prigioniero politico Saleh Kohandel scrive una lettera aperta di protesta

CNRI – Il noto prigioniero politico iraniano Saleh Kohandel, sostenitore dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (PMOI o MEK), ha scritto una lettera aperta dal carcere ai suoi parenti, annunciando che non accetterà più le visite dei suoi familiari a causa dei maltrattamenti che è costretto a subire, per mano del regime dei  mullah, prima, durante e dopo queste visite.

Kohandel, che è stato arrestato il 4 Marzo 2007 per i suoi legami con il PMOI (MEK), attualmente si trova detenuto nel famigerato carcere di Gohardasht (Rajai-Shahr) a Karaj, a nord-ovest di Tehran. 

Quello che segue è il testo della sua lettera fatta uscire clandestinamente dal carcere. 

Le visite dei familiari, a che prezzo?

In un momento in cui il marcio e decadente regime del velayat-e faqih (potere assoluto dei religiosi) è giunto al suo capitolo finale e in cui ogni giorno ci sono nuove notizie nei media di stato degli enormi furti e della corruzione che dilaga tra gli alti ranghi e gli esponenti comuni del regime, e mentre i funzionari si superano a vicenda in questi furti e saccheggi ai danni nella nazione, mercoledì 4 Maggio mi hanno convocato per una visita dei miei familiari. Nonostante siano passati sei anni prima che mi venisse concesso di avere contatti diretti con i miei parenti durante le loro visite e che questa si sia svolta da dietro un vetro di separazione, sono stato perquisito quattro volte nel percorso dalla nostra sezione alla sala visite. Al solo scopo di umiliarmi, le guardie hanno cercato di spogliarmi di fronte agli altri prigionieri. E questo lurido atto è avvenuto nonostante le guardie sappiano più che bene che nei 10 anni che ho trascorso in carcere, non ho mai violato nessuna delle regole carcerarie, comprese quelle che derivano dalla loro natura reazionaria. Il mio unico crimine, secondo loro, sono le mie attività politiche e per questa ragione in molte occasioni sono stato trasferito nella sezione comandata dal Ministero dell’Intelligence e ho passato mesi sotto tortura in isolamento. Quindi, per alleviare almeno in parte gli insulti che i miei parenti ed io subiamo, ho deciso di non partecipare a nessun altra visita. Prego i miei parenti di non venirmi più a trovare da oggi in poi. Mi scuso in anticipo con la mia famiglia, ma non posso più tollerare gli insulti e le umiliazioni che sono costretto a subire.

Saleh Kohandel

Carcere di Gohardasht

 

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