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Iran – Elisabetta Zamparutti: “Il piano in 10 punti di Maryam Rajavi deve essere appoggiato”

CNRI – “Il piano in 10 punti presentato dalla leader dell’opposizione iraniana Maryam Rajavi per un futuro Iran libero, deve essere appoggiato dalla comunità internazionale delle nazioni, per garantire la pace mondiale”, ha detto tesoriere di “Nessuno Tocchi Caino” e l’ex-parlamentare italiana Elisabetta Zamparutti alla conferenza di Ginevra tenutasi a margine della 30a sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.

Gli iraniani stanno preparando una manifestazione fuori dal palazzo delle Nazioni Unite di New York il 28 Settembre per protestare contro la visita del presidente dei mullah Hassan Rouhani all’Assemblea Generale dell’ONU.

La manifestazione, indetta dall’Organizzazione delle Comunità Irano-Americane (OIAC), vuole indurre la comunità internazionale ad incriminare il regime in Iran per le sue spaventose violazioni dei diritti umani.

Il regime dei mullah in Iran continua a giustiziare i suoi cittadini ad un ritmo di esecuzioni pro-capite che il più alto di qualunque altro stato membro dell’ONU. Quasi 2000 persone sono state giustiziate negli ultimi due anni di presidenza Rouhani.

Testo del discorso di Elisabetta Zamparutti, tesoriere di “Nessuno Tocchi Caino” ed ex-parlamentare italiana.

La situazione dei Diritti Umani in Medio Oriente

Venerdì 18 Settembre 2015 (15:30 – 17:00)

Palais des Nations – Stanza XXI

Sono molto felice di parlare oggi di fronte a così tante persone intervenute a questo meeting. Per me è davvero importante che siate qui perché forse qualcosa potrà cambiare se così tante persone partecipano a questo meeting. Naturalmente, discuteremo della situazione in Iran, ma in modo diverso da quello con cui i veri politici parlano dell’Iran.

Gli oratori precedenti hanno parlato del recente accordo sul nucleare e naturalmente con questo accordo la Comunità Internazionale ha dato all’Iran una nuova legittimità politica internazionale, concedendo inoltre al regime circa 150 miliardi di dollari a seguito dell’effetto che questo accordo avrà sulle sanzioni. Ma io non voglio valutare questo accordo sul nucleare, voglio invece dire che la Comunità Internazionale, dopo questo accordo, si è assunta la grave responsabilità di chiedere all’Iran di rispettare i diritti umani. Perché il rispetto dei diritti umani è la questione più importante per la sicurezza internazionale, perché la sicurezza internazionale si basa sull’universalità dei diritti umani e dello stato di diritto.

Altri oratori hanno parlato nei loro interventi del problema della pena di morte. Come ha detto il moderatore di questo meeting, io sono la rappresentante della ONG “Nessuno Tocchi Caino”, il cui scopo principale è ottenere una moratoria universale sulle esecuzioni capitali. Il nostro compito principale è monitorare la situazione della pena di morte in tutto il mondo e continuiamo a registrare in Iran il più alto numero di esecuzioni.

Più di 2000 esecuzioni sono state compiute in Iran sotto la presidenza Rouhani. Nel 2014 almeno 800 persone sono state giustiziate. E’ il numero più alto degli ultimi 15 anni e quest’anno i dati sono anche peggiori perché fino a Giugno abbiamo registrato l’esecuzione di almeno 657 persone. Se paragoniamo il numero delle esecuzioni alla popolazione, possiamo dire che l’Iran è il primo paese per numero di esecuzioni.

Ma come ho già detto, il problema non è solo la pena di morte. Sappiamo come l’Iran violi gli standards fondamentali dei diritti umani. Io credo che noi, come società civile, abbiamo il dovere di attirare l’attenzione su casi come quello di Mohammed Ali Taheri, un medico che è stato condannato a morte solo perché, da medico, usa un metodo di cura alternativo.

Ma anche sul caso di Hamid Kokabi, in carcere dal 2005 perché si è rifiutato di collaborare con il regime iraniano sulle ricerche atomiche. E’ davvero incredibile che dopo l’accordo queste persone siano in carcere e che i paesi occidentali non abbiano detto nulla per cercare di risolvere questi casi.

Ma come politico, credo che dobbiamo riflettere sulla responsabilità dell’Iran anche nella situazione della Siria, in quella di tutto il Medio Oriente, riflettere su come possiamo risolvere questi che sono i problemi più importanti del nostro tempo. Come radicale penso che dobbiamo muoverci verso una transizione comune, verso la democrazia e verso lo stato di diritto, se crediamo che questa possa essere l’alternativa, l’alternativa ai problemi del nostro tempo e, ripeto, alla situazione in Siria e in Medio Oriente.

Dobbiamo trovare dei referenti politici con cui discutere e da appoggiare e io penso che riguardo all’Iran gli unici referenti possano essere il PMOI e la Resistenza Iraniana. Questa è la ragione per cui dobbiamo cercare di convincere i nostri governi, i nostri parlamenti a discutere con loro e a riconoscerli come referenti politici. Perché noi sappiamo qual’è il programma di Maryam Rajavi, noi conosciamo i dieci punti del suo programma e questo è ciò di cui non solo l’Iran, ma tutta la Comunità Internazionale ha bisogno per vivere in un mondo pacifico e in un Medio Oriente pacifico. Credo che questa sia un’occasione importante per sollevare tutte queste questioni.

La settimana prossima inizierà l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Credo che noi e ripeto, come società civile, dobbiamo cercare di mobilitare l’attenzione sul numero delle esecuzioni. C’è anche questa campagna “Stop Executions in Iran” a cui si può partecipare via Twitter, attraverso l’hashtag #StopExecutionsIran, ma noi dobbiamo anche spingere il nostro governo a porsi questo problema e ad appoggiare una transizione verso una democrazia basata sull’universalità dei diritti umani. Grazie.

 

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