
I prigionieri e gli attivisti iraniani continuano le proteste settimanali contro le esecuzioni di Stato in mezzo a un’ondata di condanne a morte
La 95ª settimana della campagna No al martedì delle esecuzioni ha visto il proseguimento delle proteste in 54 carceri iraniane, mentre attivisti, prigionieri e famiglie hanno ancora una volta chiesto la fine dell’uso della pena di morte da parte del regime.
Nel suo ultimo comunicato, la campagna ha ribadito il proprio impegno a resistere alla macchina di repressione del governo iraniano.
Des athlètes internationaux réclament l’intervention de l’ONU pour empêcher l’exécution d’un boxeur iranien https://t.co/otXr1OkOnO pic.twitter.com/gMF9SFmcz1
— Iran Focus (@Iran_Focus) November 8, 2025
Ribadiamo ancora una volta il nostro impegno a opporci alla macchina di repressione e di morte dello Stato, ricordando le vite perdute durante l’insurrezione del novembre 2019: oltre 1.500 donne, uomini e adolescenti che hanno sacrificato la propria vita per la libertà.
Il comunicato ha condannato le recenti decisioni giudiziarie, sottolineando la conferma delle condanne a morte per tre prigionieri politici nel carcere di Sheiban ad Ahvaz: Alireza Mardasi, Farshad Etemadifar e Masoud Jamei.
La campagna ha osservato che queste condanne “rivelano ancora una volta la profondità della crudeltà e la normalizzazione della violenza giudiziaria e di sicurezza contro i manifestanti e i cittadini”.
Il comunicato ha inoltre richiamato l’attenzione su dati allarmanti delle ultime settimane.
Nell’ultima settimana un prigioniero è stato giustiziato in una esecuzione pubblica in stile medievale, e il numero delle esecuzioni dall’inizio di Aban (23 ottobre 2025) ha superato le 250: una cifra scioccante che dimostra la portata catastrofica dei crimini e della repressione in Iran.
Sottolineando il ruolo centrale della solidarietà collettiva, la campagna ha affermato.
Noi, il popolo, siamo l’unico sostegno e scudo per i prigionieri contro il cappio.
Chiediamo a tutti gli iraniani amanti della libertà, in ogni città e quartiere, con ogni mezzo possibile, di far sentire la propria voce contro questa terribile ondata di esecuzioni.
Dobbiamo stare al fianco delle famiglie che, settimana dopo settimana, protestano con coraggio e dolore davanti alle carceri e alle istituzioni giudiziarie.
Solo attraverso la solidarietà e la protesta collettiva si può fermare questa macchina di morte.
On Nov. 10, political prisoners in Evin Prison protested after a violent raid by prison guards who stormed Hall 2 of Ward 7 to transfer two death-row prisoners, Ehsan Afreshteh and Mehdi Farid, for execution.
The attack was carried out under the orders of warden Hedayat Farzadi,… pic.twitter.com/7cVy2ADuPM
— Iran News Update (@IranNewsUpdate1) November 11, 2025
Il comunicato ha elencato le 54 prigioni che hanno partecipato alla 95ª settimana di proteste, dove i prigionieri hanno proseguito gli scioperi della fame, tra cui strutture di rilievo come il carcere di Evin, Ghezel Hesar, Sheiban e Sepidar ad Ahvaz, e le prigioni di Shiraz, Mashhad, Teheran e Tabriz.
La campagna No to Execution Tuesdays rimane un potente simbolo di resistenza contro l’apparato della pena di morte del regime iraniano, mantenendo viva la memoria delle vittime della repressione e chiedendo giustizia, libertà e uguaglianza per tutti.
