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Iran: nella 47a notte di rivolta, manifestazioni notturne a Teheran e in altre città

Proteste in Iran – N. 100

Martedì 1° novembre, nel 47° giorno della rivolta nazionale, si è tenuta nel cimitero di Behesht Zahra a Teheran la cerimonia del 40° giorno dal martirio di Siavash Mahmoudi. Una grande folla ha assistito alla cerimonia e ha cantato: “Quest’anno è un anno di sacrificio; Seyyed Ali (Khamenei) sarà rovesciato”, “Morte al Leader Supremo dopo molti lunghi anni di crimini”, “Mio caro Siavash, sarai vendicato”, “Mahsa, Hadis, Siavash, l’Iran è come una fiamma”, “Questo fiore scomparso è un dono per la libertà della nazione”, “Ci impegniamo con i nostri compagni, resisteremo fino alla fine”, “Khamenei è un assassino, il suo governo è nullo”. I partecipanti alla cerimonia hanno trasformato l’evento in un’altra scena della rivolta. Siavash Mahmoudi era un adolescente di 17 anni, ucciso il 21 settembre dalle Guardie Rivoluzionarie con un colpo di pistola diretto.
A Rasht, Mohammad Rasool Momenizadeh è stato onorato in una cerimonia nel 40° giorno del suo martirio.
Martedì notte a Teheran si è tenuta una manifestazione in Via Hafez, che è stata bloccata accendendo del fuoco. Nel centro commerciale Aladdin di Teheran la gente ha protestato intonando slogan contro il regime e le forze repressive hanno attaccato i manifestanti con gas lacrimogeni. Giovani coraggiosi hanno dato fuoco a un grande striscione pro-regime in Via Jumhori, di fronte al centro commerciale Aladdin, e la gente hanno espresso solidarietà gridando “Morte al dittatore”.
A Teheran-Pars, molti cantavano “Morte a Khamenei” mentre suonavano i clacson. Nel sobborgo Ekbatan di notte, nonostante i brutali attacchi delle Forze di Sicurezza dello Stato nelle notti precedenti, dalle finestre venivano gridati slogan di “Morte al dittatore”. Nelle vie dei quartieri Narmak, Tehranpars, Payambar e Shariati a Teheran la gente cantava dalle finestre “Morte al dittatore” e “Ucciderò chiunque abbia ucciso mia sorella”.
A Eslamshahr, Izeh, Marivan, Dehloran, Arak, Chabahar, Dara Abad, Divandarreh e in altre località, i giovani hanno tenuto manifestazioni notturne cantando “Morte a Khamenei”, “Quest’anno è un anno di sacrifici, Seyyed Ali [Khamenei] sarà rovesciato” e “Morte al dittatore” e hanno istituito blocchi stradali con degli incendi. Le forze repressive hanno aperto il fuoco sui manifestanti ad Arak. A Dehloran, i giovani sono stati coinvolti in scontri “colpisci e corri” con le forze repressive e un adolescente è stato ferito da colpi di arma da fuoco. A Bandar Abbas, giovani coraggiosi hanno costretto un’auto delle SSF a fuggire.
A Isfahan, i giovani hanno allestito blocchi stradali nelle loro manifestazioni notturne bruciando pneumatici. I residenti hanno anche cantato “Morte al dittatore” nella parte settentrionale di Eshraghi Street.
Sempre martedì 1° novembre, un gruppo del personale medico dell’ospedale Namazi di Shiraz ha tenuto una manifestazione di protesta e centinaia di persone della provincia di Sistan e Belucistan hanno chiuso la miniera d’oro di Anjirak a Taftan e interrotto le attività minerarie.
Nel frattempo, Yahya Rahim Safavi, assistente di Khamenei, consigliere anziano ed ex comandante delle Guardie Rivoluzionarie, ha minacciato altri Paesi. Come riportato dalla TV statale “Canale 4” il 1° novembre, ha detto: “Fate sapere ai nostri nemici stranieri che li stiamo monitorando; se oltrepasseranno la linea rossa dell’Iran, la Repubblica Islamica risponderà con decisione. Siete molto vulnerabile; abbiamo intelligenza e prontezza operativa. Se continuate a interferire in Iran e a violare la nostra sicurezza nazionale, la nostra unità, i nostri interessi e valori, vi distruggeremo”.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI)
2 novembre 2022

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