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Iran: manifestazione di migliaia di studenti malgrado il coprifuoco all’università di Teheran

Nel timore di proteste studentesche Khamenei annulla la sua visita, già annunciata, presso la Facoltà di Sscienze e Tecnologia Industriale
 Studenti arrestati

ImageConsiglio Nazionale della Resistenza Iraniana – Gli agenti di sicurezza e dei servizi di informazione del regime dei mullah  domenica mattina si sono appostati presso tutte le entrate all'università di Teheran e nelle strade adiacenti per instaurare un coprifuoco ufficioso. Numerosi agenti pattugliavano domenica la zona intorno agli incroci che portano all'università di Teheran. Le forze di sicurezza erano dispiegate dopo corso Taleghani, Qods et Enghelab e dopo piazza Enghelab fino a via Vessal Chirazi.

Nel timore di manifestazioni studentesche il consiglio supremo di sicurezza nazionale del regime nei giorni precedenti aveva diffuso delle direttive pervietare qualsiasi commemorazione della “Giornata degli Studenti”. Aveva chiesto alle forze di sicurezza di impedire a qualsiasi prezzo gli assembramenti di persone domenica all'università di Teheran.
Sabato 20 dicembre in serata si sono verificati degli scontri tra le forze di sicurezza e gli studenti. Gli agenti di sicurezza hanno condotto delle retate presso le abitazioni di numerosi studenti militanti a Teheran, con berquisizioni, sequestro dei beni e arresti. Inoltre sempre nella capitale sabato sera tre studenti militanti sono stati arrestati dai servizi di informazione all'uscita dall'università.

Per affrontare le manifestazioni studentesche in favore della libertà il regime dei mullah ha voluto organizzare una contro-manifestazione di 5000 soldati appartenenti a milizie locali davanti all'università. Tuttavia domenica mattina non era riuscito a riunire più di 150 agenti del servizio informazioni e delle milizie locali, condotti in autobus dalla provincia. Secondo informazioni della resistenza iraniana, non avrebbero potuto opporsi all'ondata di studenti in protesta.
Gli agenti di sicurezza impedivano l'accesso ai campus agli studenti provenienti da altre facoltà, creando molteplici ostacoli e sottoponendoli a controlli. Inoltre gli agenti impedivano alla popolazione di unirsi alla manifestazione studentesca, minacciando apertamente di procedere ad arresti ed incarcerazioni. Malgrado tutto la manifestazione ha comunque avuto luogo, accompagnata dalle grida di «morte al dittatore», «gli studenti preferiscono la morte all'umiliazione», «siamo uomini e donne in lotta, venite a battervi e lotteremo». A questo punto le unità anti-sommossa hanno circondato l'università e sferrato colpi.
Sono poi entrate in campo anche le forze di sicurezza, che hanno fatto uso dei manganelli ed hanno proceduto ad arresti.
Gli studenti hanno intonato la famosissima «il mio compagno di classe» e l'inno nazionale proibito «Iran, terra di gioia» durante la sfilata. Nel tentativo di  impedire alla popolazione di unirsi alla protesta, le forze di sicurezza hanno fermato numerosi autobus davanti all'università e formato una barriera di separazione. I cittadini di Teheran potevano solo udire le grida e gli slogan dei manifestanti.

Alle 20,00 è entrata in vigore all'università una legge marziale ufficiosa. Il colonnello Zamani, responsabile della repressione delle proteste operaie, ed il colonnello Motahari, noti criminali del servizio di sicurezza, marciavano avanti e indietro davanti all'università, muniti di cellulari ed altre attrezzature, al comando di innumerevoli agenti. Agenti in borghese e forze di sicurezza tra corso Karegar, corso Favardine 12 e corso Azar 16 minacciavano i passanti e li arrestavano. Agenti del servizio di informazione arrestavano i passanti muniti di macchine fotografiche o di cellulari con macchina fotografica, li ammanettavano e li caricavano sui loro furgoni.
Centinaia di studenti che protestavano contro il coprifuoco all'università hanno marciato verso l'entrata di corso Azar 16 e, dopo aver demolito il portone, hanno permesso agli altri studenti di accedere al campus. In quel momento gli studenti hanno iniziato a gridare: «armi, fucili, miliziani non servite più a nulla!», «ehi popolo, perché questo silenzio? L'Iran è diventato Palestina», «Mahmoud Ahmadinejad: fonte di corruzione e di discriminazione» e «Liberate gli studenti arrestati».
Successivamente il corteo si è diretto verso il luogo in cui erano detenuti tre loro compagni. Gli studenti minacciavano di rompere le porte e liberarli con la forza se non fossero stati rilasciati. Temendo un confronto dopo pochi minuti gli agenti hanno liberato gli studenti.

Oltre all'ondata di protesta all'università di Teheran, i coraggiosi studenti di Ispahan, Tabriz, Hamedan, Babol e Babolsar, Orumieh, Qazvine, Chiraz, Ilam, Birjand, Sanandaj e Bou-Ali Sina di Hamedan hanno commemorato la “Giornata dello Studente” con proteste contro la politica repressiva  del fondamentalismo religioso al potere in Iran.
Di fronte alla tensione per le crescenti proteste le autorità del regime hanno evitato di mostrarsi negli incontri previsti per questa occasione in vari atenei. La guida suprema dei mullah, Ali Khamenei, atteso alla Facoltà di Scienze e Tecnologia Industriale, ha annullato la sua visita. L'anziano presidente dei mullah, Mohammad Khatami, che aveva annunciato un discorso all'università di Teheran per domenica, ha anch'egli cancellato la sua visita dopo aver appreso le notizie sulle vaste proteste contro il regime.

Segreteria del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
7 dicembre 2008

 

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