Chiedono al segretario generale dell’ONU di formare una commissione d’indagine per identificare e processare i responsabili della repressione e dei massacri avvenuti contro i difensori della libertà in Iran
CNRI – I prigionieri politici di molte prigioni iraniane (Evine a Teheran, Rajaï-Shahr a Gohardacht, e le case di sentenze di Semnan, Bandar Abbas e Birjand), che sono in sciopero della fame, hanno pubblicato un appello in cui chiedono alle organizzazioni per la difesa dei diritti dell’uomo, all’ONU ed al suo segretario generale di formare una commissione d’indagine internazionale per identificare e processare i responsabili e coloro che sono implicati nel massacro e nella repressione dei difensori delle libertà durante i 27 anni del regime teocratico in Iran. Alcuni di questi prigionieri, legati all’organizzazione del Mojahidin del popolo Iraniano (OMPI) e ad altri gruppi dissidenti, conducono uno sciopero della fame da sei settimane.
Ad essi hanno aderito altri prigionieri durante queste ultime due settimane. I prigionieri hanno sottolineato nella loro dichiarazione che continueranno il loro sciopero della fame fino alla formazione di una commissione d’indagine. La dichiarazione sottolinea che "la responsabilità del nostro salute dipende direttamente dal sig. Kofi Annan e dagli altri dirigenti delle organizzazioni dei diritti dell’uomo che sono incaricati nella difesa e nella tutela dei diritti dei popoli nel mondo." Le guardie carcerarie del regime dei mullah hanno trasferito i prigionieri politici nelle unità dei detenuti comuni per distruggere la loro resistenza . Gli hanno esclusi perfino la cura delle ferite causate dalla tortura a cui erano stati sottoposti.
La resistenza iraniana chiede a tutte le organizzazioni dei diritti dell’uomo di sostenere i prigionieri politici in sciopero della fame in Iran e chiede al segretario generale dell’ONU a rispondere alla loro richiesta in modo urgente.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
il 29 dicembre 2005