Durante questo periodo, la resistenza iraniana ha indicizzato 851 scioperi, manifestazioni, SIT e proteste
à Téhéran, Ispahan, Machad, Karadj, Qazvin, Pakdacht, Qom, Saveh, arak, Kachan, Yazd, Kerman, Chiraz, Djahrom, Guenaveh, Ahwaz, Abadan, Chahr-e-Kord, Behbahan, Dezful, Doroud, Kermanchah, Hamedan, Saghez, Ilam, Sanandaj, Mahabad, Boukan, Sardacht, Ochnavieh, Divandareh, Naghadeh, Baneh, Piranchahr, Djavanroud, Ravansar, Kamyaran, Boroudjerd, Khorramabad, Gorgan, Neychabour, Sabzevar, Ghorveh, Tabriz, Ardebil, Djolfa, Salmas, Rasht, Babol, Behchahr et Zahedan. Le cifre mostrano un aumento in freccia dei sollevamenti e delle proteste. Il totale per il 2004 era stato di 1500 manifestazioni, scioperi, confronti e proteste. Per impedire l’eruzione di sollevamenti, il regime dei mullah ha ricorso a diversi schemi repressivi come il piano "Zafar", "la campagna contro i fomentatori di disordini" e "l’aumento esponenziale della sicurezza nazionale". Egli ha anche formato diverse unità di polizia, anche femminile ha stabilito decine di migliaia di giovani ed ha arrestato e condannato a morte almeno 65 persone per i primi cento giorni dell’arrivo di Ahmadinejad alla presidenza. Circa 408 di queste proteste sono state condotte da lavoratori, attraverso scioperi, dei SIT e delle manifestazioni contro i salari non pagati, i salari bassi, le condizioni di lavoro difficili, l’assenza di sicurezza sociale ed i licenziamenti massicci. Alcune di queste proteste, come quella dei lavoratori della fabbrica di Iran Electric nella città di Rasht al nord del paese, sono durate oltre dieci giorni. Il 16 luglio, i lavoratori hanno lanciato uno sciopero generale in tutto il paese. Durante questo periodo, 281 scioperi, manifestazioni e raccolte di proteste sono stati organizzati dalle famiglie dei prigionieri politici, gli insegnanti, gli universitari, gli studenti, gli agricoltori, gli autisti di autocarri, i pescatori, i giornalisti, i panettieri, gli infermieri, i funzionari, gli imprenditori ed i pensionati. Molti agenti sono stati uccisi in 24 confronti armati con giovani. I dieci giorni di sollevamento della popolazione di Mashad e delle città della provincia del Kurdistan sono stati repressi nel sangue ed hanno fatto decine di morti e di feriti fra i dimostranti, in particolare i giovani. Centinaia di persone sono state stabilite, e molto sono sempre detenute. Nonostante la chiusura della maggior parte delle università durante l’estate, migliaia di studenti hanno manifestato e protestato nella capitale ed in altre città. Un grande numero di studenti è stato attaccato ed è sempre in prigione.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
29 settembre 2005