Esecuzione di 18 prigionieri solo nella giornata di mercoledì 8 novembre e 67 esecuzioni negli ultimi 20 giorni
Gli scagnozzi del regime clericale hanno impiccato oggi nella prigione centrale di Zahedan il prigioniero politico Meisam Chandani (Dehghani), 34 anni, dopo 12 anni di detenzione e torture con l’accusa di aver partecipato all’uccisione di tre agenti repressivi del regime. Contemporaneamente, due connazionali Baluchi, uno dei quali di nome Abdulhaq Gomshadzehi, sono stati impiccati dai boia nella prigione centrale di Zahedan.
Meisam Chandani è stato arrestato nel settembre 2011 a soli 22 anni nel quartiere Bakhshan di Saravan dal Dipartimento di Intelligence di Saravan, trasferito al Centro di detenzione dell’Intelligence di Zahedan e, dopo circa un anno, trasferito alla prigione centrale di Zahedan. In un processo farsa, è stato condannato a morte con la falsa accusa di “aver agito contro la sicurezza nazionale” e di “aver mosso guerra contro Dio attraverso un’azione armata”.
Mercoledì 8 novembre, gli scagnozzi di Khamenei hanno impiccato in un’esecuzione di massa 18 prigionieri, 12 dei quali erano stati annunciati nella dichiarazione dell’NCRI dell’8 novembre. Inoltre, lo stesso giorno, sono stati impiccati due prigionieri nel carcere centrale di Bandar Abbas, due prigionieri di nome Khodadad Rahimi e Saber Alikhani nel carcere di Kashan, Ali Abbasi nel carcere centrale di Gorgan e un prigioniero nel carcere centrale di Kermanshah.
Giovedì 9 novembre, gli scagnozzi del regime hanno impiccato un prigioniero di nome Abdulreza Gholami nella prigione centrale di Gorgan e il 6 novembre un compatriota Baluchi di nome Hamed Barahui è stato impiccato nella prigione centrale di Isfahan. Il 1° novembre, 9 prigionieri sono stati giustiziati dagli scagnozzi di Khamenei, e i nomi di 8 di loro sono stati annunciati nelle dichiarazioni del 2 e 5 novembre. In questo giorno, un altro prigioniero è stato impiccato a Tabriz. Il numero di esecuzioni registrate negli ultimi 20 giorni ha raggiunto dunque le 67 unità.
La Resistenza iraniana condanna il silenzio e la mancanza di azioni da parte della comunità internazionale contro il regime dei mullah, che ha stabilito record senza precedenti in fatto di crimini e terrorismo e li considera incentivi per questo regime a continuare e intensificare i suoi crimini contro l’umanità. La Resistenza sollecita un’azione immediata da parte delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea e degli Stati membri per fermare la macchina di morte del regime dei mullah e salvare le vite di coloro che sono sotto esecuzione, in particolare dei prigionieri politici.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
11 Novembre 2023