Le autorità del regime iraniano, con la massima crudeltà e brutalità, hanno giustiziato almeno 59 prigionieri tra sabato 15 novembre e mercoledì 19 novembre, vale a dire un prigioniero ogni due ore. Mercoledì 19 novembre, un certo numero di prigionieri è stato impiccato in diverse città; tra questi, 14 erano: Mohsen Fakhraei e Nemat Shamloo a Mashhad, Nasser Haseli ad Ahvaz, Akbar Zamani a Shahrekord, Yousef Ebadipour a Bushehr, Houshang Norouzi, Javad Sadeghi e altri tre prigionieri a Qezelhesar, Ali Asghar Izadkhah, 27 anni, a Kerman, Fardin Khati a Behbahan e Mohammadreza Hosseini a Ilam. Nello stesso giorno, Peyman Azizi, 21 anni, è stato giustiziato a Kermanshah per l’uccisione di un membro dei Basij. I nomi delle altre vittime saranno annunciati dopo la verifica.
Martedì 18 novembre, quattordici prigionieri sono stati mandati al patibolo: Yadollah Kazemi, Jalil Moghanloo e Mehrdad Alivand a Tabriz; Armin Shokri e altri due prigionieri a Esfarayen; Mohammadjavad Rashidi a Bojnurd; Saeed Jowkar a Birjand; Arya Saeedi e Hossein Farmani, 27 anni, a Maragheh; Akbar Faraji e un altro prigioniero a Isfahan; Farshid Jamyari a Qazvin; e Samad Haghverdi a Borazjan.
Lunedì 17 novembre, la macchina di esecuzione e di morte di Khamenei ha mietuto altre 16 vittime: Hamzeh Soltanpanah a Bukan, Mahmoud Azizi a Neyshabur, Khodakaram Mardani a Malayer, Nima Goudarzi a Dorud, Jafar Sattari e un altro prigioniero a Taybad, Reza Kamaeizadeh, Hesam Rahimkhani e Javad Moridan, 31 anni, ad Ahvaz, Alireza Keshavarz a Sabzevar, Alimardan Barani, un prigioniero di nome Shamseddin e altri due prigionieri a Mashhad, Amir Farrokhnejad a Zanjan e Behzad Hassani a Gorgan.
Domenica 16 novembre, nove prigionieri sono stati impiccati, tra cui: Mosayyeb Khalvand a Bandar Abbas, Habib Ezzati a Sanandaj, Amin Shokrkhodaei ad Arak, un prigioniero a Nahavand, una prigioniera di nome Shokat Veisi a Damghan, Mohammad-Amin Saffari a Bukan, Yasin Esfandiari a Semnan, un prigioniero con il cognome Yeganeh a Bam e Seyed Ali Hashemi a Salmas.
Sabato 15 novembre, Kamyar Fathi e Sajjad Hatami a Kermanshah, Jahan Rasouli e Jaber Saki a Dezful, Yar-Morad Hasanvand a Khorramabad e Nourmohammad Rahmati ad Aligudarz sono stati mandati al patibolo.
Venerdì 14 novembre, Zabetdin Jangjoo-Aspidareh, 35 anni, Haji Nabizadeh e Abdolrahman Habibi sono stati impiccati a Urmia.
Giovedì 13 novembre, Hassan Sadeghi Ghoushchi e Vahid Pakniakan a Urmia, e Iraj Aghaei, 30 anni, e una prigioniera di nome Qomri Abbaszadeh, 29 anni, a Sari sono stati giustiziati.
Mercoledì 12 novembre, quindici prigionieri sono stati giustiziati: Saber Fallah, 33 anni, a Qom, Abbas Beigi a Yasuj, un prigioniero a Qezelhesar e Siamak Qanbari, Mojtaba Asadi e Ahmad Navaei a Shiraz. I nomi delle altre vittime sono stati menzionati in una precedente dichiarazione.
In un altro crimine, martedì 18 novembre, Amir Neisi, un prigioniero sunnita di 27 anni che era detenuto da sei anni nelle sezioni 5 e 8 del carcere di Sheiban ad Ahvaz, ha perso la vita a causa del ritardo nel trasferimento in ospedale.
La Resistenza iraniana chiede alle Nazioni Unite e ai loro organi competenti, all’Unione Europea e ai suoi Stati membri e a tutti i difensori dei diritti umani di adottare misure urgenti per fermare le brutali esecuzioni e salvare la vita dei prigionieri nel braccio della morte. Il regime della tortura e delle esecuzioni deve essere ostracizzato dalla comunità internazionale.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran
21 novembre 2025