martedì, Ottobre 3, 2023
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Sen. Giulio Terzi: la disinformazione iraniana consente a false alternative di rivendicare lo status

giulio terzi free iran 2023

In rappresentanza della delegazione italiana al Free Iran World Summit 2023, l’ex FM italiano e Presidente della Commissione permanente per gli affari europei del Senato italiano Giulio Terzi ha salutato i principi democratici in Francia che alla fine hanno aperto la strada alla vittoria legale della Resistenza iraniana per battere l’appeasement e tenere il loro incontro annuale. Ha anche toccato un argomento molto delicato, la campagna di disinformazione contro il movimento di resistenza da parte del regime clericale che ha indotto alcuni governi occidentali a confondere la verità e le capacità della Resistenza iraniana.

Di seguito il copione completo dell’intervento del Senatore Giulio Terzi:

Eccellenze, cari amici del Consiglio Nazionale della Resistenza, MEK, e dell’organizzazione della vera Resistenza democratica guidata da Madame Maryam Rajavi.

Ringraziamento. E grazie, grazie mille per la vostra ospitalità di oggi, per averci coinvolto in questo grande incontro, e per il grande onore di parlare di fronte a una così importante, grande delegazione di alcuni dei più importanti legislatori in Italia e negli altri paesi che sono stati menzionati, legislatori di spicco, professionisti, imprenditori, persone di cultura e di formazione scientifica.

È davvero un mondo di libertà che è qui con voi oggi, un mondo di libertà che è davvero nelle nostre società democratiche e di valore per il quale siamo così orgogliosi.

Solo pochi minuti fa un mio vecchio amico, un ex ministro degli esteri francese molto distinto, ha detto che c’è una particolarità in ciò che sta accadendo oggi qui a Parigi e in questa meravigliosa città. La particolarità è il trionfo di valori che sono concessi e garantiti da un paese come la Francia, che ha un’identità e una storia, ma anche un presente e un futuro di non dimenticare mai per un solo minuto il fatto che è un valore di tutte le democrazie libere, democrazie guidate dallo stato di diritto, per consentire, anche nelle circostanze più difficili, come accade purtroppo in alcune parti della Francia negli ultimi giorni, di garantire e consentire e fare in modo che le voci libere dei rifugiati politici, i rifugiati politici iraniani, e i loro sostenitori possono essere liberamente espressi in tutto il paese, a Parigi, nella capitale, qui, in questa sala. E questo è il valore della democrazia, che riecheggia dalle 100.000 persone che marciano, cantano, dicono che il loro leader è Madam Rajavi, come tutti diciamo, e ci incoraggiano a impegnarci e a combattere, a combattere per lo stesso scopo che avete presentato e discusso.

Voglio fare le mie osservazioni molto brevi, perché, oltre alla vostra pazienza, devo guardare alle mie spalle la pazienza di tanti illustri rappresentanti di questa delegazione.

Il primo punto, è vero che la maggioranza, più del 50% dei legislatori italiani, ha firmato un documento in cui è molto chiaro in tre punti principali, un sostegno convinto e un sostegno incrollabile al programma in dieci punti della piattaforma di Madame Rajavi.

E il secondo punto è il fatto che l’IRGC, i cosiddetti Pasdaran, devono essere inseriti nella lista nera e devono essere riconosciuti come Hezbollah, una forza che è una forza del terrore appartenente al primo stato terrorista al mondo, che è la Repubblica Islamica dell’Iran.

E il terzo punto è l’impegno a perseguire in tutti i nostri parlamenti e nella nostra società civile l’impegno di promuovere la libertà, la giustizia e i diritti umani in Iran.

Quindi, per concludere le mie brevi osservazioni, vorrei sottolineare l’evento di oggi e ciò che sta accadendo nelle strade di Parigi, questa dimostrazione che i diritti fondamentali dei rifugiati politici devono essere garantiti nella loro libertà di espressione.

È un esempio di come affrontare la disinformazione, la demonizzazione che il regime sta riversando sulle spalle del MEK e dei nostri amici rappresentati qui stasera, la Resistenza iraniana.

La demonizzazione e la disinformazione consentono ad altri giocatori, falsi democratici, falsi democratici, solo giocatori che sono stati coinvolti in regimi passati, di emergere e fingere di avere in qualche modo uno status uguale alla Resistenza che rappresenti, di proporsi come alternativa al regime. Questo fa parte della disinformazione che purtroppo è presente anche in alcuni dei nostri paesi, ma è legata alla strategia chiara.

Non voglio dire che una cosa dipenda dall’intervento diretto dell’altra, ma è una strategia che cerca di diffondere odio contro di voi, contro di noi, che sosteniamo le vostre posizioni, ed è la disinformazione che cerca di muovere governi ospitali, pronti a darvi la libertà di espressione per creare qualche problema.

E non credo di dover fantasticare troppo che purtroppo questa strategia abbia avuto qualche risultato anche sugli incidenti avvenuti pochi giorni fa ad Ashraf, che dovrebbero essere superati rapidamente, ricordando le assicurazioni date dal Primo ministro Rama sei anni fa, sette anni fa, ai Mujahedin, che le condizioni previste dalla Convenzione di Ginevra sui Rifugiati politici del 1951 dovrebbero essere la base per la presenza in Albania di questa meravigliosa comunità di Ashraf.

Penso che questo sia il momento di ricordarlo, di essere sincero e di incoraggiare tutte le autorità dell’Albania, questa meravigliosa Albania, così amichevole con il mio paese, che ho visitato nelle ultime settimane.

Ma questa Albania, membro dell’Europa, come noi siamo membri dell’Europa e speriamo che aderiate rapidamente all’Unione europea, per ricordare che ci aspettiamo che non ci siano pressioni ammissibili, che non ci sia pacificazione nei confronti della protezione del regime iraniano e che sosteniamo il MEK, i Mujahedin, affinché possano godere dei diritti previsti dalla Convenzione di Ginevra del 1951.

Con questo augurio, grazie mille, e grazie anche a nome di questa meravigliosa delegazione. Grazie a tutti voi.

 

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