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L’appello sottoscritto dai Deputati italiani per una nuova politica nei confronti dell’Iran

Camera dei deputati (Italia) - Wikipedia

comunicato stampa
15 giugno 2023

Sostenere la rivolta del popolo iraniano e rifiutare la dittatura.
Sostegno alla piattaforma in 10 punti di Maryam Rajavi per il futuro dell’Iran.
Sostenere l’inserimento del Corpo dei Pasdaran nella lista delle organizzazioni terroristiche e processare i capi del regime di Teheran per i crimini commessi contro l’umanità.

Più di 200 Deputati italiani (204) appartenenti alle diverse forze politiche – alcuni di loro con incarichi governativi di rilievo così come all’interno della Camera – hanno sottoscritto una dichiarazione a sostegno della rivolta del popolo iraniano e chiesto di adottare una nuova politica nei confronti dell’Iran.
Nella stessa direzione, già lo scorso 12 aprile, 103 Senatori avevano espresso il proprio sostegno alla rivolta del popolo iraniano, alla designazione del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) quale organizzazione terroristica e al programma in 10 punti della Maryam Rajavi per il futuro dell’Iran.
L’appello, attivamente sostenuto dal “Comitato Interparlamentare per un Iran Libero”, rientra tra le iniziative della rappresentanza del “Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran” in Italia, anche in vista del Congresso annuale della Resistenza iraniana del prossimo 1 luglio, quando gli iraniani da tutta l’Europa prenderanno parte a una grande manifestazione a Parigi a sostegno il desiderio del popolo iraniano di porre fine alla dittatura teocratica e instaurare una Repubblica democratica.

Comitato Interparlamentare per un Iran Libero
Presidente : Sen. Giulio Maria Terzi
Co-presidente: On. Emanuele Pozzolo

E di seguito l’appello:

Sostenere il popolo iraniano nella lotta per un Iran laico e democratico
Il regime iraniano ha intensificato le esecuzioni di massa ed extragiudiziali per contrastare la rivolta degli ultimi mesi e generare un’atmosfera di terrore. In appena 19 giorni di maggio sono stati giustiziati più di 100 prigionieri

Da sei mesi l’Iran è testimone di una massiccia rivolta popolare che chiede libertà e democrazia. Nella rivolta oltre 750 manifestanti sono stati uccisi e 30.000 persone sono state arrestate. Mentre ogni cambiamento deve provenire dal popolo iraniano e dalla sua resistenza, anche la comunità internazionale ha, naturalmente, le proprie responsabilità.
Solidali con il popolo iraniano, sosteniamo la loro richiesta per un Iran libero, laico e democratico in cui nessun cittadino debba essere più costretto a patire le sofferenze imposte dalla dittatura, religiosa e non. Il popolo iraniano è unito e pienamente convinto nel volere il proprio Paese ispirato ai valori democratici. Noi crediamo che debba essere il popolo iraniano a decidere il proprio futuro.
Tuttavia riconosciamo il fatto che durante gli ultimi quattro decenni la coalizione democratica del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (NCRI) ha posto le basi per il cambiamento democratico in Iran informando l’opinione pubblica mondiale – in particolare i legislatori dei Paesi occidentali – sui pericoli che questo regime rappresenta per la comunità internazionale, a causa del programma nucleare clandestino tutt’ora in fase di sviluppo; il sostegno al terrorismo internazionale e la sistematica violazione dei Diritti Umani.
Il programma in 10 punti della Presidente Maryam Rajavi, annunciato già vent’anni fa, rappresenta perfettamente l’Iran del futuro, nel prefigurare libere elezioni, libertà di pensiero, di parola e di riunione, abolizione della pena di morte, uguaglianza di genere, separazione della religione dallo stato, autonomia delle diverse nazionalità presenti nel Paese e abbandono del nucleare. Questi sono gli stessi valori che difendiamo nei Paesi democratici.
La coraggiosa rivolta del popolo iraniano è generata da un lato dalla situazione esplosiva della società a causa dell’oppressione, della povertà, della discriminazione e della corruzione del governo, e dall’altro da 4 decenni di resistenza organizzata a livello nazionale. È un dovere ricordare, a tale proposito, il sacrificio di più di 30.000 prigionieri politici – dei quali la maggioranza membri dei Mojaheddin del Popolo – che nell’estate del 1988 furono brutalmente massacrati.
Condanniamo con forza la continua ingerenza e gli attacchi del regime nella regione mediorientale così come in Europa, comprese le attività terroristiche e informatiche in Albania.
Chiediamo alla comunità internazionale di sostenere il popolo iraniano nei suoi sforzi per cambiare la grave situazione in Iran e di compiere passi decisivi contro l’attuale regime. Tra queste azioni, l’inserimento nelle liste dei gruppi terroristici del Corpo dei Pasdaran (IRGC) e la chiusura di Ambasciate iraniane coinvolte nel sostegno ad attività terroristiche.

 

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