venerdì, Marzo 29, 2024
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2,5 milioni di cittadini di 18 paesi arabi chiedono protezione per i membri dei Mojahedin del Popolo iraniano (MEK) a Camp Liberty in Iraq

Più di 2,5 milioni di cittadini di 18 paesi arabi hanno firmato una dichiarazione chiedendo la sicurezza e la protezione dei membri dell’opposizione iraniana in Iraq. Hanno fermamente condannato l’ingerenza del regime iraniano nei paesi arabi che è continuata incessante con la presidenza di Rouhani.

 

La dichiarazione è stata annunciata questa mattina dall’Unione degli Avvocati per gli Studi Democratici e Legali, in una conferenza stampa tenutasi al Cairo.

Anche Shadi Talat, Presidente dell’Unione degli Avvocati per gli Studi Democratici e Legali, il parlamentare egiziano Atefe Mikhalif, il Dr. Waleed Farhat capo dell’Associazione degli Avvocati Egiziani in Difesa dei Residenti di Ashraf e Jaylan Jaber, scrittrice egiziana, hanno offerto i loro discorsi durante questa conferenza stampa.

Oltre 60 partiti, organizzazioni, unioni e associazioni di vari paesi sono stati molto attivi in questa campagna.

I firmatari della dichiarazione provengono da Egitto, Siria, Giordania, Libia, Algeria, Arabia Saudita, Palestina, Sudan, Kuwait, Marocco, Yemen, Tunisia, Oman, Qatar, Libano, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Mauritania, vi sono inoltre 127 parlamentari di paesi arabi, giuristi, professori universitari, medici, ingegneri, donne, personaggi politici e attivisti per i diritti umani.

In questa dichiarazione si legge: “Il regime iraniano sta diffondendo il fondamentalismo e sta sostenendo gruppi terroristici; sta provocando una guerra settaria, creando instabilità nei paesi della regione e, in particolare, sta appoggiando il sanguinario regime di Assad nel suo massacro del popolo siriano innocente. Sta palesemente interferendo in tutti gli affari dell’Iraq; sta contribuendo a creare divisioni tra i palestinesi”, e “tutte queste misure e ciò che ne deriva, sono i principali fattori che stanno causando lo spargimento del sangue di centinaia di migliaia di persone innocenti e lo sfollamento di milioni di persone in questi paesi”.

Secondo questa dichiarazione firmata da un gran numero di rappresentanti di paesi arabi “…il regime dei mullah a Tehran non nasconde le sue intenzioni ed è arrivato a livelli di lampante aggressione alla sovranità dei paesi della regione, in particolare dell’Iraq. Ciò si aggiunge al disprezzo delle leggi e delle convenzioni internazionali, alla sfida della comunità internazionale, specialmente quando esprime apertamente il suo obbiettivo di colpire i suoi oppositori e accetta l’uso di qualunque tipo di crimine per l’oppressione dei dissidenti iraniani (membri dell’opposizione iraniana dei Mojahedin del Popolo) i quali si trovano sotto la protezione dell’ONU. Tutte queste cose stanno avvenendo di fronte agli occhi e agli orecchi del mondo”.

Circa 3000 rifugiati iraniani, membri dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano, si trovano a Camp Liberty, nei pressi dell’aeroporto di Baghdad. Per 25 anni questi rifugiati iraniani hanno vissuto a Campo Ashraf, a nord di Baghdad, che questi iraniani hanno costruito con le loro stesse mani.

Dal 2009 al 2013 Campo Ashraf e Camp Liberty sono stati l’obbiettivo di sette attacchi da parte delle forze irachene agli ordini del regime iraniano, che hanno portato alla morte di 116 rifugiati indifesi e al ferimento di altri 1350.

Nel massacro degli ultimi residenti presenti ad Ashraf, il 1° Settembre 2013, sette residenti, tra i quali 6 donne, sono stati presi in ostaggio. Non si hanno notizie di questi ostaggi.

Come sottolineato in molte occasioni dagli Stati Uniti e dalle Nazioni Unite, i residenti di Camp Liberty sono persone protette secondo le Convenzioni di Ginevra e “soggetti beneficiari” come affermato dall’UNHCR.

I firmatari di questa dichiarazione hanno ribadito la responsabilità degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite riguardo alla sicurezza e l’incolumità dei rifugiati residenti a Liberty ed hanno chiesto a U.S.A. e ONU di prendere “misure tangibili per garantire la sicurezza e l’incolumità dei residenti di Camp Liberty”, come: porre fine all’ostruzionismo del governo iracheno che impedisce ai residenti di Liberty di ottenere il rispetto dei necessari requisiti umanitari e di protezione e fare pressione sul governo iracheno per ottenere “il rilascio dei sette ostaggi rapiti”. 

I firmatari hanno anche confermato la posizione di oltre 2 milioni e 155 mila iracheni a sostegno dei diritti dei residenti di Liberty.

Più di 2,5 milioni di cittadini arabi hanno sottolineato la necessità che la Corte Penale Internazionale conduca una indagine indipendente e trasparente sui crimini contro l’umanità commessi ad Ashraf.

 

 

 

 

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